Articolo originale: https://theparallelvision.com/2019/11/12/recensione-filumena-marturano-al-teatro-ivelise/?fbclid=IwAR0sLvtUgWgAt-gm7ZBvR4GAT9VARK8iQUHnejny5oE9-Uroo1YwFDruQSc
#Recensione: “Filumena Marturano” al Teatro Ivelise
di Raffaella Ceres12 novembre 2019
Fondato nel 1997 dall’attrice e regista Ivelise Ghione, il Teatro Ivelise custodisce una tradizione importante per lo scenario della storia del teatro romano. Fedele alla mission artistica che tanto era a cuore alla sensibile Ivelise, esso mantiene ancora oggi intatta la sua struttura originaria e ricerca, nella programmazione proposta, una selezione di spettacoli che sappiano omaggiare tradizione e innovazione.
Come nel caso di “Filumena Marturano”, importantissima commedia di Eduardo De Filippo scritta nel 1946 e per l’occasione interpretata da Rossella Rhao e Marco Landola. La regia e l’adattamento invece sono stati curati da Ivano Capocciama. Tradizione e innovazione, dicevo: promessa che non sempre è semplice mantenere nel gioco degli equilibri artistici.
Di certo lo spettacolo portato in scena lo scorso 26 ottobre permette di analizzare quanto la potenza di una drammaturgia eccelsa possa superare le dimensioni dello spazio e del tempo e mantenere intatta poesia e bellezza originaria pur nelle sperimentazioni alle quali può essere sottoposta.
La lettura che ne offre il lavoro di Ivano Capocciama evidenzia il senso claustrofobico di un amore che trova il punto più alto della sua espressione nel momento massimo di sofferenza dei protagonisti. La scenografia racconta di uno spazio piccolo, che non lascia possibilità alle scelte di Filumena (Rossella Rhao) e di Domenico Soriano (Marco Landola). 2 vecchie e logore sedie simboleggiano la borghesia. Rose e vasi di rose sembrano essere la metafora dell’impervio percorso che si necessita nella vita per raggiungere il cuore della felicità.
Nel contesto drammaturgico descritto, il piccolo Teatro Ivelise diventa a sua volta protagonista dello spettacolo stesso. Uno spazio minuto e misterioso. Come di mistero trasuda la scelta registica del coraggioso Ivano Capocciama.
Il teatro era in origine la cappella di un convento di suore e si sviluppa su di una navata unica a 3 campane voltate a crociera. Successivamente divenne il laboratorio teatrale della famiglia Ghione. Sul finire degli anni ’90 Ivelise fonda, in quello storico spazio, il suo teatro e oggi la sua natura viene minuziosamente difesa dall’Associazione Culturale Allostatopuro che ne gestisce l’attività dal 2013.
Il punto di forza di questo gioiellino è l’ospitalità. Tutti i visitatori vengono accompagnati all’interno della sala sentendosi all’istante parte di una famiglia unica nel suo genere. La preziosa parete che accoglie gli oggetti di scena di Ivelise conferisce all’insieme un’atmosfera fiabesca ed enigmatica allo stesso tempo.
Uno spazio che vi invito caldamente a visitare in Via Capo D’Africa 8/12 (proprio di fronte al Colosseo) e conoscere perché la storia del teatro è passata anche da lì.
(© The Parallel Vision ⚭ _ Raffaella Ceres)